Nel piano triennale di programmazione che il nostro ateneo ha varato pochi giorni fa è presente una voce che recita:
"A fronte del miglioramento dei servizi prevedere una contribuzione studentesca adeguata e bilanciata tra le varie forme di reddito". In parole povere ci aspetta un aumento delle tasse universitarie pari al 20%. In occasione dell'ultima seduta del Consiglio degli Studenti, alla presenza di due docenti componenti il CdA (proff. Carrara e Cardona) ho avanzato le mie perplessità su una previsione del genere. E' vero che dal 2002 a Palermo l'università non aumenta le tasse, ma è altrettanto vero che l'indicizzazione ISTAT in questi anni raggiunge il 13% circa (quindi ben 7 punti percentuali in meno). Noi non siamo contrari all'aumento delle tasse, finalizzato all'adeguamento al costo della vita, in linea di principio. Però ci sentiamo di fare alcune riflessioni:
1) l'aumento delle tasse sarebbe giustificato nella misura del 13% (adeguamento ISTAT che manca dal 2002) e non del 20%
2) ad una politica di aumento delle tasse, dovrebbe corrispondere un'azione uguale e contraria per l'aumento degli investimenti sui servizi agli studenti
3) se è vero che l'Università è in forte difficoltà economica, è altrettanto vero che negli ultimi anni l'ateneo è stato di "manica larga":
- le facoltà hanno sfornato corsi di laurea senza freni inibitori (ci sono corsi di laurea che non raggiungono nemmeno i 10 iscritti)
- sedi didattiche disseminate per la Sicilia occidentale il cui mantenimento impone spese assolutamente sproporzionate rispetto all'utenza
- esistono dipartimenti che riuniscono pochissimi docenti con conseguente dispendio di risorse; dispendio che si potrebbe evitare se si accorpassero dipartimenti affini
questi sono solo alcuni esempi sulla gestione dell'Ateneo che Azione Universitaria ha sempre contestato. Per queste ragioni MERCOLEDì 20 FEBBRAIO scenderemo IN PIAZZA per i nostri diritti, CONTRO L'AUMENTO DELLE TASSE. L'appuntamento è alle 9 a piazza Castelnuovo (Politeama).
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